domenica 23 dicembre 2012

il metodo


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Il metodo globale fonematico di Ercole Bonjean

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Premessa

L'importanza della didattica della lingua italiana come fondamento per qualsiasi

conoscenza ed in particolare l'apprendimento della lettura e della scrittura in una prima

classe della scuola primaria è stata per anni sottovalutata e giudicata un no problem.

Non è così ed è bene in campo educativo, come nella vita di ogni giorno, non dare mai

nulla per scontato. Se a questo si aggiunge che l’insegnante a cui spetta questo compito

sovente non ha dagli altri colleghi nessun supporto, la frittata è fatta e risulta poi difficile

riporre l’uovo nel guscio. E’ questo uno dei punti più deboli della didattica in una prima

classe della scuola dell'obbligo. E’ vero che tutti gli alunni prima o poi imparano a

scrivere ed a leggere, ma il punto è il seguente: come imparano? Ed in che tempi? Se è

vero che bisogna procedere con calma, ma procedere, in qualsiasi attività scolastica, è

ragionevole pensare tuttavia che imparare in tempi brevi e bene a leggere ed a scrivere

agevola non di poco l’apprendimento di tutte le materie oggetto di studio, non ultima la

matematica. Risulta vincente l’azione sinergica di tutti i docenti, la forza del singolo a

favore del gruppo.

Le motivazioni, il metodo

Il metodo e le motivazioni sono due facce della stessa medaglia. Un buon metodo

accresce le motivazioni ed il "gusto" di imparare. I bambini, in questa fase dell’età

evolutiva, sono curiosi e dotati di profonda intuizione. Se opportunamente stimolati sin

dai primi giorni di scuola sono interessati ad apprendere. L’emozione di leggere le prime

frasi e conoscere tutte le lettere dell’alfabeto muove la volontà e fa da leva al conoscere.

Non vi è alcun bisogno di trovare un filo conduttore motivante, la soddisfazione,

nell’alunno o nell’alunna, nasce dal lavoro stesso che diventa un piacere. Le storielle, i

racconti arriveranno in seguito, la più bella favola è davanti a loro ogni giorno con le

magie dei colori, dei disegni, delle frasi, delle lettere dell’alfabeto e la musicalità dei suoni

della nostra bellissima lingua.

Il metodo globale od il metodo fonematico?

Il modo di procedere del pensiero cognitivo contiene sia la sintesi, sia l'analisi, la nostra

tastiera cerebrale non scinde questi due aspetti dell’apprendimento. La frase, con una

costruzione semplicissima, corredata da un bel disegno, è un’ottima partenza, ma

altrettanto importante è poi l’analisi del suono e del segno. Sotto questo aspetto gli

alunni e gli insegnanti italiani godono di un privilegio che non ha riscontro in alcun'altra

lingua del mondo, al suono corrisponde il segno. E’ un bel vantaggio, perché non

approfittarne?

Un' inutile (e dannosa) diatriba

In questi anni molto spesso sul metodo di insegnamento della lingua italiana in una

prima classe ci sono state idee del tutto diverse, talvolta contrapposte. A mio parere la

classica contrapposizione tra il metodo globale e il suo opposto il metodo analitico non

aveva ragione di esistere, i due metodi avevano il grosso limite di praticare una didattica

estrema che non generava buoni risultati. L'enunciato teorico che sottende anche il

nostro iter didattico è il seguente: è vero che la visione del tutto è anteriore alla

ricognizione analitica delle parti (metodo globale), ma proprio per questo l'analisi va fatta

ed è importante (metodo analitico). In altri termini, quando un bambino entra in classe ha

dapprima una visione globale dell'aula ma poi va a cogliere i particolari: il banco, la

lavagna, ecc. Se questo è vero, ed è difficile poter affermare che non lo è, dal punto di

vista didattico ne deriva che occorra partire prima dalla frase (visione del tutto) per poi

passare all’analisi dei fonemi e dei grafemi (ricognizione analitica delle parti) che vanno

poi a formare le sillabe. ...

...Molto più semplice ed efficace, dopo l’acquisizione delle vocali e delle consonanti M e R,

far leggere l’intera sillaba e, se questo avviene, i bambini potranno, in tempi brevi,

cominciare a leggere e a scrivere le prime parole. E’ di basilare importanza, in una prima

fase, far scrivere gli alunni solo in stampato maiuscolo. E' una strategia didattica

semplice e nel contempo efficace; attraverso l’utilizzo dello stampato maiuscolo aiutiamo

il bambino a dirigere le sue energie mentali verso la prima fondamentale esigenza del

conoscere: saper leggere e saper scrivere. Se invece lo obblighiamo a scrivere sin dai

primi giorni di scuola nei tre caratteri dovrà per forza di cose preoccuparsi della sua

grafia e della memorizzazione di più segni, simili ma anche diversi, con il risultato di

distoglierlo non di poco da quello che è poi l’obbiettivo più importante. Le difficoltà

manuali, per molti bambini, diventeranno non solo un’inutile fatica ma anche una barriera

e un limite al progressivo evolversi delle proprie capacità di apprendimento delle

strumentalità di base. Viceversa quando un bambino parte sin dall’inizio dell’anno

scolastico utilizzando lo stampato maiuscolo imparerà più facilmente. Occorre anche

tenere presente che lo stampato maiuscolo è di per sé già pregrafia (la A è un

triangolino, la O un palloncino) e sarà più facile per l’alunno organizzarsi sempre meglio

nello spazio del foglio e questo è un altro elemento importante. Quando i bambini

cominceranno a scrivere e a leggere il passaggio al corsivo non sarà certo un problema,

scriveranno con maggiore chiarezza e ne deriverà la capacità e la competenza di

leggere, memorizzare e studiare più facilmente.

 

Ho iniziato nella mia classe prima presentando le vocali con delle filastrocche
poi iniziando a presentare le lettere
 
ora a metà anno scolastico la maggior parte dei bimbi legge e si cimenta nella scrittura autonoma
ah, dimenticavo non correggo mai in rosso  ma in verde
perchè
siamo tutti pieni di speranza!
 
Scherzo molto meglio non visualizzare tutto in negativo!



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