Il metodo globale
fonematico di Ercole Bonjean
Comments
Premessa
L'importanza della didattica della lingua
italiana come fondamento per qualsiasi
conoscenza ed in particolare l'apprendimento
della lettura e della scrittura in una prima
classe della scuola primaria è stata per
anni sottovalutata e giudicata un no problem.
Non è così ed è bene in campo educativo,
come nella vita di ogni giorno, non dare mai
nulla per scontato. Se a questo si
aggiunge che l’insegnante a cui spetta questo compito
sovente non ha dagli altri colleghi nessun
supporto, la frittata è fatta e risulta poi difficile
riporre l’uovo nel guscio. E’ questo uno
dei punti più deboli della didattica in una prima
classe della scuola dell'obbligo. E’ vero
che tutti gli alunni prima o poi imparano a
scrivere ed a leggere, ma il punto è il
seguente: come imparano? Ed in che tempi? Se è
vero che bisogna procedere con calma, ma
procedere, in qualsiasi attività scolastica, è
ragionevole pensare tuttavia che imparare
in tempi brevi e bene a leggere ed a scrivere
agevola non di poco l’apprendimento di
tutte le materie oggetto di studio, non ultima la
matematica. Risulta vincente l’azione
sinergica di tutti i docenti, la forza del singolo a
favore del gruppo.
Le motivazioni, il metodo
Il metodo e le motivazioni sono due facce
della stessa medaglia. Un buon metodo
accresce le motivazioni ed il
"gusto" di imparare. I bambini, in questa fase dell’età
evolutiva, sono curiosi e dotati di
profonda intuizione. Se opportunamente stimolati sin
dai primi giorni di scuola sono
interessati ad apprendere. L’emozione di leggere le prime
frasi e conoscere tutte le lettere
dell’alfabeto muove la volontà e fa da leva al conoscere.
Non vi è alcun bisogno di trovare un filo
conduttore motivante, la soddisfazione,
nell’alunno o nell’alunna, nasce dal
lavoro stesso che diventa un piacere. Le storielle, i
racconti arriveranno in seguito, la più
bella favola è davanti a loro ogni giorno con le
magie dei colori, dei disegni, delle
frasi, delle lettere dell’alfabeto e la musicalità dei suoni
della nostra bellissima lingua.
Il metodo globale od il metodo fonematico?
Il modo di procedere del pensiero
cognitivo contiene sia la sintesi, sia l'analisi, la nostra
tastiera cerebrale non scinde questi due
aspetti dell’apprendimento. La frase, con una
costruzione semplicissima, corredata da un
bel disegno, è un’ottima partenza, ma
altrettanto importante è poi l’analisi del
suono e del segno. Sotto questo aspetto gli
alunni e gli insegnanti italiani godono di
un privilegio che non ha riscontro in alcun'altra
lingua del mondo, al suono corrisponde il
segno. E’ un bel vantaggio, perché non
approfittarne?
Un' inutile (e dannosa) diatriba
In questi anni molto spesso sul metodo di
insegnamento della lingua italiana in una
prima classe ci sono state idee del tutto
diverse, talvolta contrapposte. A mio parere la
classica contrapposizione tra il metodo
globale e il suo opposto il metodo analitico non
aveva ragione di esistere, i due metodi
avevano il grosso limite di praticare una didattica
estrema che non generava buoni risultati.
L'enunciato teorico che sottende anche il
nostro iter didattico è il seguente: è
vero che la visione del tutto è anteriore alla
ricognizione analitica delle parti (metodo
globale), ma proprio per questo l'analisi va fatta
ed è importante (metodo analitico). In
altri termini, quando un bambino entra in classe ha
dapprima una visione globale dell'aula ma
poi va a cogliere i particolari: il banco, la
lavagna, ecc. Se questo è vero, ed è
difficile poter affermare che non lo è, dal punto di
vista didattico ne deriva che occorra
partire prima dalla frase (visione del tutto) per poi
passare all’analisi dei fonemi e dei
grafemi (ricognizione analitica delle parti) che vanno
poi a formare le sillabe. ...
...Molto più semplice ed efficace, dopo
l’acquisizione delle vocali e delle consonanti M e R,
far leggere l’intera sillaba e, se questo
avviene, i bambini potranno, in tempi brevi,
cominciare a leggere e a scrivere le prime
parole. E’ di basilare importanza, in una prima
fase, far scrivere gli alunni solo in
stampato maiuscolo. E' una strategia didattica
semplice e nel contempo efficace;
attraverso l’utilizzo dello stampato maiuscolo aiutiamo
il bambino a dirigere le sue energie
mentali verso la prima fondamentale esigenza del
conoscere: saper leggere e saper scrivere.
Se invece lo obblighiamo a scrivere sin dai
primi giorni di scuola nei tre caratteri
dovrà per forza di cose preoccuparsi della sua
grafia e della memorizzazione di più
segni, simili ma anche diversi, con il risultato di
distoglierlo non di poco da quello che è
poi l’obbiettivo più importante. Le difficoltà
manuali, per molti bambini, diventeranno
non solo un’inutile fatica ma anche una barriera
e un limite al progressivo evolversi delle
proprie capacità di apprendimento delle
strumentalità di base. Viceversa quando un
bambino parte sin dall’inizio dell’anno
scolastico utilizzando lo stampato
maiuscolo imparerà più facilmente. Occorre anche
tenere presente che lo stampato maiuscolo
è di per sé già pregrafia (la A è un
triangolino, la O un palloncino) e sarà
più facile per l’alunno organizzarsi sempre meglio
nello spazio del foglio e questo è un
altro elemento importante. Quando i bambini
cominceranno a scrivere e a leggere il
passaggio al corsivo non sarà certo un problema,
scriveranno con maggiore chiarezza e ne
deriverà la capacità e la competenza di
leggere, memorizzare e studiare più
facilmente.